
Gli organi interessati alla produzione dei suoni sono indicati nello schema sopra riprodotto. Semplificando, si può dire che l'aria, emessa dai polmoni, attraversa la trachea e incontra, lungo il suo percorso, degli organi ( le corde vocali) che, vibrando, producono dei suoni, amplificati dalla cavità orale (bocca). I vari organi presenti (ugola, velo palatino, lingua, labbra, ecc.), essendo mobili consentono la produzione di più suoni.
Nel parlare, non tutti i suoni prodotti nella cavità orale servono a formare le parole; i suoni che servono a formare le parole di una lingua prendono il nome di fonemi che, nella lingua italiana, assomano ad una cinquantina.
Attenzione! i fonemi che costituiscono l'italiano non corrispondono alle sole lettere dell'alfabeto scritto (sono 21): per esempio, al segno alfabetico scritto c corrispondono due fonemi ben distinti, a seconda della vocale che segue. (K cane; C cena) In altri casi, per rappresentare un solo fonema si usano due o più segni. (SC di scena).
A questo punto, riunendo insieme più fonemi si ottengono le parole. Da osservazioni effettuate, risulta che con i 40 fonemi di partenza siamo in grado di formare circa 200 mila parole, ma volendo ne potremo formare ancora di più.
Se prendiamo i fonemi /a/m/r/e e li combiniamo tra loro , otteniamo almeno sette parole (cioè segni provvisti di significato): mare/rame/rema/mera/erma/arem/arme/. Combinando ancora fra di loro le parole così formate, otteniamo le varie frasi con le quali esprimiamo e comunichiamo il nostro pensiero. Se con quattro fonemi e stato possibile articolare ben sette parole, è facile immaginare quante frasi si possono ottenere mescolando le parole via via costruite.
Nessun commento:
Posta un commento